Cavalcare con le emozioni
Le emozioni pervadono la nostra vita, ma spesso non le riconosciamo per la loro preziosità e importanza.
Costantemente ci emozioniamo. A volte sono emozioni possenti che ci travolgo e ci fanno agire indipendentemente dalla nostra volontà, altre volte sono emozioni più discrete, ma fastidiose, che nascondiamo e comprimiamo dentro di noi.
Eppure l’emozione non dovrebbe essere né agita, né soffocata, ma prima di tutto accolta e riconosciuta. Essa infatti è un messaggero, un araldo, uno spirito che ci spinge a unirci con la nostra anima, l’invisibile, il divino, e quindi a contattare amore e libertà entrando nella non-dualità
Le emozioni sono ponti
L’immaginalista e lo sciamano sono dei maestri che hanno compreso il ruolo delle emozioni ed arrivano a modificare la materia stessa perché dialogano con esse. Loro hanno il coraggio di stare in quella emozione, non sono vittime che subiscono l’emozione, ma usano la “bacchetta magica” per decidere come vivere questa emozione.
- Che emozione voglio provare (come la voglio vivere) ?
- Di quale emozione ho bisogno per plasmare questo evento in questo modo ?
- Ehi, emozione che mi vuoi dire?
- E io cosa posso creare con te emozione?
Innanzitutto l’emozione deve essere accolta: è arrivata per dirmi qualcosa e per permettermi di avvicinarmi alla mia anima. Ogni volta che la voglio anche solo definire, controllare e giudicare, la blocco la cristallizzo e le tolgo la sua finalità.
Non definire l’emozione
Anche un giudizio definito positivo perturba l’emozione, perché una volta che viene definita essa è obbligata a rimanere rigidamente così, senza più alcuna libertà di modificarsi. Definirla significa non essere disposti al dialogo, che prima di tutto è ascolto.
Percepiscila, dipingila, immaginala, dalle un corpo e un colore: questo è riconoscere una emozione, questo è aprirsi al dialogo.
Prima che con la mente alleati con il tuo corpo:
- dove senti l’emozione nel corpo?
- che sensazione ti dà? (caldo, freddo, rigidità, secchezza, vibrazione, … )
- che colori ti porta?
- ha un suono?
- quale è la sua forma?
Sperimenta l’emozione senza l’intervento della mente razionale. Goditela, anche se fossero lacrime, perché ti sta dicendo qualcosa che la mente non riesce a capire.
L’emozione ti parla e tu la ascolti, è una parte di te, è parlare con te stessa. Stai attenta alle parole che usi, sono evocative e se cambio il linguaggio, cambio anche la materia, la realtà.
Infatti la materia è il vuoto che diviene (ce lo spiega anche la fisica quantistica), quindi è plasmabile.
Che emozione voglio e che mondo voglio vivere con questa emozione?
Le emozioni sono ponti e noi stessi siamo ponti, verso il divino / l’anima.
Se noi cominciamo a dialogare con le emozioni, ne acquisiamo consapevolezza a livello fisico, pian piano dovremmo imparare a non agire subito una emozione e nemmeno a soffocarla. Inizieremo così ad avere qualche attimo in cui semplicemente stiamo con lei.
Questi attimi , sempre più frequenti, permetteranno alla mente di cambiare e divenire poetica, cioè al servizio dell’anima.
Una volta che il cambiamento avrà operato sulla mente, cambieranno i nostri pensieri e con essi anche la materia, che altro non è che una nostra proiezione.
Noi siamo i sognatori di questo sogno chiamato vita, ma non siamo soli, lo creiamo insieme al codice narrativo che scegliamo. Quindi per cambiare la nostra storia dobbiamo anche scegliere un nuovo codice narrativo con cui creare.
Noi non siamo soli, mai. Le emozioni sono spiriti inviati dagli antenati, dalla natura, dall’anima, per aiutarci ad abbracciare un codice narrativo naturale anziché quello sociale.
Tutte le nostre emozioni sono spiriti in festa che ci invitano alla danza.
La pratica del giovedì sera
Come ogni giovedì sera, abbiamo fatto pratica di ciò che ti ho appena spiegato. (E’ gratuita, per iscriverti mandami una mail o contattami sui social ). Abbiamo iniziato a sperimentare con il nostro corpo il dialogo con l’emozione.
Con alcuni movimenti dello yoga sciamanico siamo entrati nella foresta immaginale, la nostra psiche e poi siamo diventati cavalli. Eravamo cavalli ed al contempo cavalcavamo con lo spirito del cavallo, che è un eidolon, un simbolo dell’idea dell’emozionarsi, in modo immediato e non filtrato.
Abbiamo rinunciato a voler dare un nome a questa emozione per dialogare con la parte di noi che è cavallo, con l’immediatezza dell’emozione, concedendoci il lusso di essere emozione immediata.
Ci siamo goduti il cavalcare il cavallo con fluidità, senza lasciarlo a briglie sciolte a scegliere la strada che vuole lui, ma nemmeno costringendolo a sopprimere e contenere i suoi movimenti.
Attraverso la pratica ti ritrovi non ad aver assimilato dei concetti, ma a comprenderli con tutto il tuo essere, in ogni tua cellula, senza sforzo.
Ecco perché tutti i giovedì dedico un gruppo aperto a tutti per fare pratica, in modo assolutamente gratuito.
Sono convinta, perché lo sperimento ogni giorno sempre più, che la spiritualità oggi più che mai necessita di essere un empirismo radicale. Abbiamo bisogno di portare, in verità ritrovare, lo spirito lì dove è più profondo: cioè nella materia.
Ci siamo incarnati proprio per ritrovare la spiritualità nella materia, nel quotidiano, in ogni piccolissima e apparentemente banale azione che facciamo.
Personalmente sento molto forte questa missione e mi piace l’idea di condividerla con sempre più persone.
Perciò ti invito a provare a collegarti al nostro gruppo di pratica ogni giovedì sera dalle 20.30 alle 21.00 tramite zoom.
Per partecipare devi solo scrivermi a
silvia@silviaravasio.it
oppure tramite facebook, youtube, instagram
e ti manderò il link per connetterti. A presto.