Conosci il tuo vero corpo ?

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Noi occidentali siamo abituati a vedere il corpo quasi come una macchina, con organi, sistemi e funzioni  ben definiti. E’ proprio tutto qui ?

Questa visione non è l’unica e nemmeno la più realistica, visto che una gran parte del mondo vede il corpo secondo sistemi di cui la parte fisica è solo una delle componenti . Ci sono davvero molte teorie e modelli, più o meno divergenti, ma in molti di essi si parla di corpi sottili.

Non voglio confrontare tra loro questi sistemi, poiché tutti quanti sono comunque teorie, credenze.

Bensì mi avvicino ad esse con la consapevolezza che non c’è quella giusta, né quella sbagliata. Semplicemente questi sistemi mi possono aiutare a raggiungere nuove consapevolezze.

Ciascuno di noi è assoggettato  a teorie tipiche della sua cultura senza nemmeno accorgersene, dato che il nostro processo di condizionamento è iniziato ancor prima della nascita. Quindi è utile acquisire nuovi punti di vista attraverso sistemi molto lontani e divergenti da quelli tipicamente conosciuti.

Quale è il tuo vero corpo?

Te lo sei mai chiest@ ?

Certo a scuola studiamo biologia e ci vengono fornite molte immagini del nostro corpo. Ma tu, lo percepisci, lo senti proprio come viene comunemente descritto?

Non ti è mai capitato di di viverlo in maniera molto più espansa, come capita ad esempio ad una mamma con il suo bambino piccolo, che sente su di sé i dolori ed i disagi del suo cucciolo ? Oppure più contratto, concentrato, ritirato e quasi insensibile agli stimoli esterni?

Sono sicura che almeno una volta nella vita hai percepito il tuo corpo in maniera molto diversa da come viene raccontato dalla scienza occidentale e la sua visione meccanicistica.

Anche le scienze hanno una visione più integrale

Ad oggi molte conquiste verso una visione ampliata sono già state spiegate e raggiunte anche dalle nostre scienze occidentali. Attraverso la fisica (quantistica in particolare, ma non solo), l’epigenetica (la nuova frontiera della genetica), la Psiconeuroendocrinoimmunologia PNEI (nel campo della medicina), la nuova biologia e in tanti altri campi di cui non sono a conoscenza.

Il problema è lo scarto temporale, dato che tante di queste nuove prospettive non sono ancora state assimilate nella cultura e nel modo di percepire la realtà del nostro vivere quotidiano.

Facciamo due brevi esempi fra i tanti:

  • la non oggettività delle cose: il principio indeterminazione di Heisenberg ( del 1927 !) afferma che l’osservatore influisce sempre sul comportamento di ciò che viene osservato e sulla sua misurazione. Ne deriva l’impossibilità dell’esistenza di cose oggettive, uguali per tutti, poiché tutto dipende dal modo in cui viene osservato, misurato, raccontato. In campo psicologico e filosofico queste considerazioni ben si sposano con il “mundus imaginalis” di Corbin, ad esempio, che ci spiega che il mondo è il frutto della nostra capacità di immaginarlo e quindi di portarlo in essere. Ma ovviamente questa visione è tuttaltro che nuova nelle filosofie orientali o dei popoli arcaici, che da sempre vedono la materia come riflesso e illusione.
  • il corpo e la materia non sono solidi, ma vibrazioni: già dalla teoria onda-particella ( di cui si mettono le premesse già a inizio ‘800 !) viene introdotta la natura vibrazionale della materia, poi ampliata dalla fisica dei quanti. E possiamo notare che millenni prima nei testi sacri induisti già il mondo veniva descritto come vibrazioni pulsanti prodotte dalla danza di Shiva, oppure nell’ebraismo come vibrazione della parola, del suono di Dio

Ora il punto non è certo fare confronti tra teorie e sistemi. Ma capire che la nostra cultura e le nostre credenze, spesso non sono nemmeno allineate con le ultime ( ma no troppo ) teorie scientifiche, senza dover nemmeno scomodare altre tradizioni.

Ciascuno di noi è così condizionato da vedere, per la maggior parte del tempo, la materia come solida e il nostro corpo come un oggetto, distinto e separato dalla nostra coscienza.

Ci sentiamo spesso divisi dal corpo, arroccati per lo più nella nostra mente e spesso in conflitto con la materia, che vediamo come fonte di disagi, dolori, problemi.

Usciamo dalla prospettiva della vittima

Per percorrere la strada che ci porta lontano dalla posizione di chi subisce sempre gli eventi, ci sono varie modalità.

Io prediligo un percorso che porti a continui risultati e prese di coscienza, assimilazione profonda e com-prensione, e soprattutto che mi porti a prendere piena consapevolezza del mio corpo e di tutti i miei corpi come essere integrale. Come un essere sferico che danza libero nell’armonia cosmica.

La mia esperienza personale mi ha portato a studiare e soprattutto sperimentare varie strade.

Solo dieci anni fa ero una persona estremamente mentale, organizzata, schematica e piena di solide credenze. Ed ora, guardandomi indietro mi accorgo di quanti e quali cambiamenti sono occorsi.

La mia vita è sempre più improntata alla creatività, gioia e leggerezza aumentano giorno dopo giorno. Vivo nei grandi cambiamenti imposti dalla situazione odierna con una calma interiore e fiducia, che prima non sapevo fosse nemmeno possibile sperimentare.

La naturopatia e soprattutto la visione del counseling immaginale sono due pietre miliari in questo mio percorso. E vorrei che sempre più persone possano accedere a questi strumenti che permettono di scoprire, quindi letteralmente togliere i veli, dalla nostra condizione originaria. Questa è luce, gioia, amore.

Possiamo ritrovare tutto dentro di noi a gradi di intensità sempre maggiori. Siamo completi, integrali, eterni; solo non ne siamo coscienti.

Per disvelare la nostra essenza abbiamo bisogno di strumenti, che non possono essere solamente mentali, perché, vedremo dopo, i pensieri solo un pezzo della nostra totalità. Non possiamo entrare nel vero corpo con la mente. Ovvio vero?

E allora perché ci ostiniamo a riflettere e pensare sopra i nostri problemi e disagi ?

Perché non abbiamo esempi

Questa degli esempi nel nostro vivere quotidiano è la grande mancanza di cui ho sempre sentito profonda nostalgia.

Avere un guru, disponibile 24 ore su 24, con cui vivere a stretto contatto, che fornisca esempi, idee ispirate ed energie per abbracciare sempre più la nostra integralità.

Un sogno ?

No. Il guru, il maestro c’è.

E’ disponibile per ciascuno di noi, per diritto di nascita. E’ un maestro attento, che si occupa di noi con le modalità di cui parlo qualche riga più sopra. Solo non deve essere ricercato fuori, nel mondo, ma dentro, nel cuore, nel regno dell’invisibile.

In molte tradizioni questo maestro interiore viene chiamato l’amante mistico. Pian piano dobbiamo riscoprire nuovi sensi che ci permettono di entrare in contatto con lui: di sentirlo, toccarlo, vederlo. Soprattutto dobbiamo aprirci ad ascoltare, a ricevere.

Siamo in un mondo in cui l’individuo sembra sempre chiamato a dare, a performare, ad essere responsabile e sentirsi in colpa.

Abbiamo però la possibilità di fermarci ed aprirci all’ascolto.

Ogni giovedì sera

Noi ci riuniamo ogni giovedì dalle 20.30 alle 21.00, on line, per praticare l’ascolto ed il contatto con il maestro interiore. La partecipazione è libera e gratuita. Contattami se vuoi provare.

Essere insieme è un grande aiuto.

Le ansie e il senso di essere sbagliati si acquietano. Si crea un spazio protetto in cui ci sentiamo meno oppressi e più propensi a sperimentare.

Lo scorso giovedì abbiamo praticato con la visione yogica dei kosha, i corpi sottili. Abbiamo allargato la nostra coscienza oltre il corpo fisico e grazie alle potenti vibrazioni del Mantra Madre, il processo andrà avanti nei giorni senza un nostro sforzo diretto.

Il mantra è vibrazione e ci ha portato con leggerezza ad immergerci e cavalcare le onde del nostro universo personale.

La materia si è risvegliata, il corpo ha preso consapevolezza della sua immensità e complessità, dei suoi poteri e della sua interconnessione con tutto ciò che esiste.

La meditazione sui Kosha

Questa visione dello yoga ci aiuta a compiere questo salto percettivo. Allarga il nostro punto vista.

Dobbiamo pertanto utilizzare questo modello yogico per sperimentare una consapevolezza allargata del nostro corpo, senza pretendere che questa teoria sia migliore e possa superare quelle che avevamo prima.

Usiamo gli strumenti che ci vengono forniti sempre con l’unico fine di trovare la libertà. E tale libertà è prima di tutto libertà dalle teorie.

Secondo lo yoga il corpo è composto da kosha, che si interpenetrano tra loro e sono involucri di luce contenenti poteri e facoltà. Annamaya kosha coincide con il corpo fisico, in cui scorre la linfa, che ci collega alla terra che nutre la nostra materialità e tramite questa linfa ci permette di sentire una forte connessione con tutti gli esseri vegetali

  • Pranamaya kosha è un involucro di luce dai molti colori in cui si diffonde il prana, l’energia vitale. Questo corpo interpenetra il corpo fisico, ma è più vasto, estendendosi almeno 7 centimetri oltre il primo involucro. Il respiro è il veicolo preferenziale del prana e proprio tramite la respirazione ed il mantra ad essa collegato è possibile percepire le emozioni, i sentimenti e le energie vitali. Abbiamo anche potuto fare esperienza di alcune zone opache in questo corpo e abbiamo ripristinato la luminosità connettendoci al prana di tutti gli esseri ed in particolare degli animali. Il respiro è il principale strumento di risveglio di questo corpo.
  • Manomaya kosha è un corpo di luce blu. E’ il veicolo dell’essere di mentale, fatto di pensieri, il manas, la mente pensante, che si estende per almeno 1 metro e mezzo oltre i confini dei primi due involucri. Tramite il respiro abbiamo ridato brillante a questo corpo oppresso da stress e preoccupazioni. Tramite esso ci siamo connessi al corpo mentale di tutti gli esseri umani, li abbiamo nutriti e liberati, conferendogli potere creativo, capacità di amore e visione, pensieri non condizionati. Per risvegliare questo involucro si usa la cocentrazione
  • Vijnanamaya kosha ovvero il corpo della Buddhi, della saggezza, dell’illuminazione e del risveglio. La tecnica del trataka lo può risvegliare. Ma comunque la nostra coscienza lo può percepire, come un corpo dai molti colori che può espandersi come il cosmo intero, oppure farsi piccolo come un seme di sesamo all’interno del nostro cuore. Attraverso questo involucro abbiamo sentito la capacità di amare ed avere fede nel cosmo interno, nella natura, nelle stelle, sentendoci uno parte dell’eltro e viceversa.
  • Anandamaya kosha è un uovo dorato che riveste e protegge tutti gli altri corpi. E’ il corpo della beatitudine, della gioia, che la condizione naturale del nostro essere.

Pranamaya kosha, Manomaya kosha e Vijnanamaya kosha formano il corpo astrale. Mentre l’anandamaya kosha è anche detto corpo causale.

L’essenza di ogni modello

Forse conoscevi già i Kosha, o forse sono per te una novità. Forse conosci altri modelli come quello di Rudolf Steiner o di Barbara Ann Brennan ad esempio, o forse non hai mai riflettuto su cosa sia esattamente il nostro corpo.

Spero di averti portato a comprendere che l’essenza di ogni modello del nostro corpo è preziosa nella misura in cui ci spingere ad allargare ed approfondire la nostra prospettiva. Oltre a ciò, sono tutte teorie e nessuna di esse è a priori più veritiera di un’altra.

Spero inoltre di averti ispirato un desiderio ancora più importante: quello di praticare e sperimentare personalmente quanto e come si possa estendere il tuo corpo e quali capacità sopite siano nascoste nelle pieghe di queste nuove dimensioni.

Anche in un semplice esercizio fisico, in un asana dello yoga possiamo scegliere di lavorare con tutto il nostro corpo o solo con la parte fisica. Ti assicuro che i risultati sono immediatamente diversi.

Quando prendo ferma risoluzione di espandere la mia consapevolezza a tutti gli involucri e lasciare che questi si relazionino naturalmente con tutto il cosmo, posizioni fisiche che prima mi erano impossibili, magicamente diventano accessibili.

Provare per credere !

Puoi scrivermi a

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A presto.