La chiave segreta
Esiste una chiave segreta che conduce ad una vita nella gioia?
Certo e la possiamo trovare nel BARDO TÖSGROL. Questa è una delle traslitterazioni del Libro Tibetano dei Morti e la parola Bardo indica proprio un transito, una trasferenza.
Questo antico libro sapienziale raccoglie molte delle pratiche e racconti diffusi dai nagpa tibetani, che si occupano di accompagnare il morente nel transito.
In verità il libro è stato scritto per i vivi, prima ancora che per i morti ed in tal senso le pratiche descritte sono da portare ben prima che arrivi il momento di passare alla morte fisica.
La chiave segreta dell’arte del morire è infatti anche la chiave segreta dell’arte del vivere e del compiere una scelta.
Siamo sempre nel Bardo
Nella nostra vita quotidiana, poiché siamo simultaneamente sia vivi che morti, compiamo continuamente attività che sono simboli di bardi, transiti.
Pensiamo prima di tutto al respiro, che in un attimo di eternità ci porta continuamente ad attraversare la soglia fra fra inspiro ed espiro, giorno e notte, come diceva Abinavagupta, proiezione e riassorbimento del reale, vita e morte.
Ma ovviamente sono transiti anche i passaggi dal sonno alla veglia e viceversa, che ci tengono per un attimo sospesi negli stati che vengono rispettivamente definiti ipnagogico ed ipnopompico.
E mangiare? Letteralmente portiamo alla morte dentro di noi il cibo ed insieme ad esso anche una parte di noi (enzimi, succhi gastrici e cellule) che si sacrifica e lega al cibo, per poi creare insieme ad esso qualcosa di completamente nuovo.
Ovviamente oltre alle tante situazioni pratiche ci sono poi anche tutti i momenti in cui si vive un passaggio in cui qualcosa muore, si disgrega per poi riaggregarsi in una forma totalmente nuova, muore e poi rinasce.
Una separazione, un trasferimento, un cambio di lavoro o di scuola o di una abitudine radicata, l’abbandono di una credenza …
Siamo sempre nel bardo, eppure possiamo transitare in due modi.
Nella consapevolezza o nell’oblio?
Lo scopo ultimo e l’enorme differenza è ovviamente quello di riuscire a fare il transito – qualunque tipologia – con sempre maggior consapevolezza.
L’intenzione ferma di effettuare il passaggio senza cadere nella fossa dell’inconsapevolezza, ci aiuta nel non farci sopraffare dalla paura e quindi nel lasciarci andare alla fede e all’amore, anziché al controllo razionale.
Infatti ogni volta che varchiamo la soglia liminale ci troviamo in una dimensione ove la mente logica non ha alcun potere e risulta anzi solo deleteria.
La pratica del giovedì
Ovviamente, la pratica e l’esercizio a transitare in maniera consapevole, aiutano a stemperare la paura e ad accrescere la capacità di affidarsi.
Nello specifico della tradizione tibetana e prima ancora delle religioni sciamane del Bön, l’atto di fede è simboleggiato nell’affidarsi alle parole recitate dal lama o dal nagpa e nella certezza di poter raggiungere la meta grazie al grande insegnamento attraverso l’udire.
Cioè la potenza nella crescita di consapevolezza non viene solo dalla comprensione a livello mente, ma anche e soprattutto dalla partecipazione alle vibrazioni prodotte dal suono delle parole e dai mantra.
Ancora una volta ritorna il valore delle vibrazioni, del potere automatico e del raggiungimento della meta senza sforzo, cioè senza la fatica mentale o fisica (per un approfondimento ti invito a seguire il video sotto)
Ci sono quindi moltissime pratiche per sperimentare il bardo, il transito e molte di essere si rifanno alla tradizione tibetana del Bardo Tosgrol o Todhol.
Nella pratica di giovedì abbiamo iniziato una esperienza basica vedendo prima la dissoluzione del nostro corpo fisico, fino a che sono rimaste solo le nude ossa e poi, grazie alla energia della kundalini shakti, la rigenerazione di un nuovo corpo con organi e sistemi e possibilità del tutto nuove.
Perché ad ogni disgregazione segue sempre una nuova aggregazione, che comporta quindi possibilità che il vecchio non contemplava. Così come accade ad ogni respiro, ad ogni credenza che si sgretola e anche in quel processo che siamo soliti chiamare morte fisica.
Sicuramente le pratiche di Bardo sono molto utili anche per accompagnare le persone che stanno lasciando il corpo fisico ed i loro cari, che sempre transitano nel regno di Ade con la loro coscienza durante il lutto.
Ecco nella pratica la vibrazione delle parole ci sostiene, ci aiuta a fugare le paure, ci sprona a rimanere consapevoli e a comprendere che l’unica vera morte è l’oblio.
Il resto è solo metamorfosi, transito , passaggio.
Ed inoltre siamo portati ad assaporare la preziosità e le nuove potenzialità che queste metamorfosi comportano, accedendo a questa comprensione grazie ad una dimensione poetica.
Ebbene quella che chiamiamo morte, in senso figurato, ma a volte anche letterale, è la grande chiave che ci consente di vivere con una nuova narrazione, poetica, naturalmente colma d’amore, che nulla ha a che vedere con il moralismo ed il perbenismo.
Mai più per paura
L’obbligo a comportarsi “bene” per paura di punizioni più o meno future, perde completamente di significato.
Il karma viene compreso nella sua natura di ricordo di paure ed attaccamenti che dobbiamo sciogliere per raggiungere la libertà e l’amore.
Il disegno della nostra anima, si dispiega come tale e comprendiamo che proprio il processo di morte e di transito, ci concede la possibilità della liberazione finale.
Da cosa? Dalla tirannia della mente razionale e dalla paura che si lega ad essa a doppio filo.
Entriamo così nella ragione del cuore, che non è cieca e svampita, ma infinitamente più ampia, ricca di potenzialità e poesia.
Ovviamente in questa nuova dimensione prendere una scelta diviene un processo infallibile, impeccabile ed irreversibile. E questo tema merita sicuramente un altro articolo del blog
Ora anche in differita
Il mio invito quindi è sempre il medesimo: praticare.
Come già saprai io guido un gruppo on line tutti i giovedì sera dalle 20.30 alle 21.00.
Se in quell’orario sei occupat@, non ti preoccupare, iscrivendoti al gruppo potrai ricevere anche le registrazioni ed ascoltarle nel momento più consono per te.
Scrivimi per avere il link al gruppo.
Puoi scrivermi a
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A presto.