Mantra Madre : mai più vittima
Il Mantra Madre è la chiave definitiva per non sentirsi mai più vittima. Ti spiego perché.
Uno dei cuori pulsanti della tradizione del Mantra Madre è definito come ritiro delle proiezioni dalla psicologia archetipica e come riassorbimento del reale dal buddismo tantrico di matrice tibeto-birmana.
La funzione del Mantra Madre e delle sue pratiche è infatti quella di aiutarci, ripetizione dopo ripetizione, pratica dopo pratica, ad accorgerci che viviamo perennemente in uno stato di sogno, anche durante quella che chiamiamo veglia.
Il Mantra Madre é infatti definito IL MEZZO, quello elettivo per smaterializzare e depersonalizzare la realtà e portare questa consapevolezza fin nelle nostre cellule, nella loro memoria vibratoria, in modo da acquisire così un potere automatico.
Questo processo è anche chiamato da James Hillman “fare anima”.
Se vuoi sapere qualcosa riguardo alle mie iniziazioni al Mantra Madre, puoi cliccare qui. Oppure guardare il video qui sotto e altri nel mio canale youtube
Se invece vuoi capire come il Mantra Madre ti può aiutare a non essere più vittima, continua a leggere l’articolo.
Perché ritirare le proiezioni ?
Immersi nella nostra civiltà occidentale, spesso non abbiamo nemmeno idea di sia il processo di riassorbimento del reale e del perché sia necessario operarlo.
Eppure siamo certi di non voler essere una vittima degli eventi e ti garantisco che il Mantra Madre ci conduce diritti lungo questo sentiero.
La psicologia transpersonale (Ken Wilber in particolare), ci può aiutare a capire molto bene l’illusione in cui viviamo quotidianamente e la modalità con cui si sono formate le credenze basilari su cui impostiamo la nostra “realtà”.
Abitualmente la persona si trova nella situazione simile a quella di un pozzo (il corpo-mente) che crede di contenere la sua acqua specifica (la coscienza individuale), mentre in realtà tutti i pozzi sono collegati sottoterra ad una grande falda comune, che contiene l’acqua da cui tutti attingono (la coscienza senza confini).
Questa illusione è dovuta ad una serie di processi di scissione in cui l’io (che è un sistema di difesa e come tale vuole avere il controllo) pone linee di confine e si identifica solo con una delle due metà, proiettando fuori da sé l’altra parte:
- In primo luogo, con il linguaggio si divide il soggetto dall’oggetto, secondo l’organizzazione della sintassi e creando quindi i concetti di spazio e di tempo. Ad esempio un pendio si può descrivere come salita o discesa, ma in realtà esso è una totalità, non è composto da due parti separate. Così pure siamo soliti parlare di passato e futuro, ma in realtà viviamo mai qualcosa che non sia adesso?
Questa divisione, chiamata rimozione primaria, ci porta ad identificarci con un corpo-mente (il pozzo) separato e contrapposto all’universo, che vediamo come esterno a noi.
Pensiamo quindi che la coscienza sia dentro al nostro corpo-mente (come l’acqua nel mio pozzo) anziché che questo corpo-mente sia solo una apparizione nel grande mare della coscienza.
Tutto ciò ci porta a viverci come finiti e separati dall’universo e genera un sentimento di angoscia di morte, la paura, poiché la vita viene separata dalla morte e le due sembrano irrimediabilmente conflittuali.
- Per far fronte a questa angoscia di morte, di finitezza, dividiamo la mente ed il corpo, identificandoci solo con la mente e proiettando il corpo all’esterno. Infatti siamo soliti dire “Io ho un corpo” anziché “Io sono un corpo”.
Per acquietare la paura della morte ci identifichiamo quindi con la mente (che magari chiamiamo anima, pensando che sia immortale …).
Ci vediamo come una sala di controllo dentro il cervello che gestisce un corpo, il quale spesso fa cose su cui non abbiamo controllo (respiro, battiti, digestione, ecc) e di cui noi possiamo comandare solo alcune parti.
- L’angoscia però continua, poiché nemmeno nella mente possiamo essere padroni e controllare i pensieri, ad esempio eliminando quelli non voluti o prevedendo quelli futuri. Ed a questo punto tracciamo un confine tra la mente cosciente e l’inconscio, l’ombra.
A questo punto l’io si identifica con la persona ( dall’etrusco “persu” – maschera), che è una immagine sfalsata e gravemente impoverita, poiché tutto il non desiderabile viene proiettato nell’ombra.
Siamo vittime …
Ebbene sì.
Praticamente ci troviamo arroccati ed imprigionati in un piccolo io che è sovrastato dall’inconscio, non riesce a governare il suo corpo e si sente alla mercé di un universo separato in cui conta meno di una formica.
Come non provare ansia e paura continuamente?
Come non sentirsi vittime di tutto quello che accade contro la nostra volontà ? Come non sentirsi sempre non all’altezza delle situazioni, mai abbastanza ?
Se continuiamo a vivere in questo piccolo io, in questa persona così limitata e impoverita non c’è scampo a tutte queste sensazioni e alla sofferenza che ne deriva.
Ma noi vogliamo prendere ferma risoluzione di non essere mai più vittima e lo attueremo grazie al Mantra Madre.
Mai più vittima col Mantra Madre
Per ritrovare l’equilibrio originario, primevo, è necessario percorrere a ritroso i procedimenti appena descritti.
Solo così possiamo comprendere la dualità advaita, il due in uno, cioè che conscio ed inconscio, mente e corpo, soggetto e oggetto sono distinti, ma non separati.
Ecco cosa significa il matrimonio mistico: che qualsiasi forma di dualismo, di separazione non è reale, ma solo illusoria, apparente. (se vuoi approfondire clicca qui)
Confini illusori
Questi confini non sono da abolire, poiché spesso superare un confine significa rinforzarlo continuando a credere alla sua esistenza.
E’ necessario accorgersi che la divisione è una pura illusione, che in realtà il confine non è mai esistito, che ciò che crediamo essere esterno a noi è semplicemente una proiezione della metà con la quale l’io si è voluto disidentificare.
Bisogna quindi rendere trasparente, trascendere colui che crea i confini (l’io) e non sforzarsi di cancellare i confini.
Questo io deve morire e rinascere in una nuova intelligenza del cuore, una mente poetica, una overmind.
Come una persona libera che sta sognando di essere in prigione, non deve cercare di evadere o migliorare la sua prigionia, ma semplicemente svegliarsi dal sogno, così dobbiamo risvegliarci e comprendere che tutta la “realtà” in cui viviamo è pura illusione.
Ecco perché il grande yogin Milarepa era solito ripetere ai suoi discepoli “Camminate sempre sul fermo suolo della non oggettività delle cose” e “ripetetevi più volte al giorno – Sto sognando !”.
Tutto ciò che esiste è illusione, una proiezione esterna del nostro io, che traccia sempre nuovi confini nel vano tentativo di ottenere il controllo. I nostri sensi non sono oggettivi come siamo portati a credere, ma sono operazioni mentali, che supportano le credenze (i confini) che l’io ha delineato.
Realtà illusoria
Riassorbire il reale – ritirare le proiezioni – fare anima significa, entro il movimento di un respiro, compiere il processo a ritroso, risvegliarsi, prendere coscienza che la “realtà” è pura illusione.
Com-prendere che l’esistenza è tutta nella coscienza senza confini, nella chiara luce del vuoto, in cui compaiono immagini pulsanti, che appaiono e scompaiono come luce di lampo.
Sembrano immagini poetiche e forse un po’ esotiche per la nostra cultura, ma anche in occidente la scienza è arrivata a simili conclusioni da un centinaio di anni. Semplicemente non sono ancora penetrate nella nostra cultura e negli effetti sul vivere quotidiano.
Ad esempio anche la fisica quantistica è arrivata a confermare queste verità sapienziali. Basti pensare alla luce che si comporta in modo pulsante come onda-energia o particella-materia, oppure alla composizione di tutto ciò che noi siamo soliti definire come materia, che è per più del 99% vuoto che circonda le particelle.
Già con il principio di indeterminazione di Heisenberg la realtà viene depersonalizzata e poi smaterializzata dalla meccanica quantistica, te ne parlo diffusamente nell’articolo qui.
Il Mantra Madre
Nella psicologia transpersonale fare il percorso a ritroso significa impostare un cammino a step che usufruisca di tecniche psicologiche e meditative insieme.
Grazie al Mantra Madre, invece, tutte queste comprensioni posso arrivarci senza sforzo, com-prendendo cioè in modo integrale, spesso prima che capendo solo a livello razionale.
Infatti il mantra, le mudra e le formule psichiche producono vibrazioni, che veicolano le informazioni anche nel nostro corpo, in profondità, arrivando a cambiare la materia.
Vibrazioni
I lavori di Masaru Emoto sull’acqua hanno dimostrato che essa muta profondamente, nella sua struttura cristallina (fino nella materia quindi), a seconda delle vibrazioni con cui viene in contatto.
Se pensiamo che il nostro corpo, le nostre cellule ed il nostro pianeta sono composti da almeno il 70% di acqua, non è difficile comprendere come le vibrazioni possano modificare tutti i piani dell’esistenza.
Ecco perché molti testimoniano che praticando il Mantra Madre sembra accadano delle magie.
Il Mantra Madre è il mezzo dei risvegliati, dei maghi, di coloro che, liberi da credenze ed illusioni sulla realtà, imparano a far accadere le cose in conformità alla volontà della propria anima.
La pratica del Mantra Madre
Il Mantra Madre si compone di tecniche, mantra, gesti e formule psichiche che devono essere costantemente messe in pratica, per produrre le loro vibrazioni.
Come custode attiva del Mantra Madre ho due proposte:
- un gruppo di pratica gratuito tutti i giovedì sera alle 20.30 ON LINE ed aperto a tutti ( se vuoi provare scrivimi per avere il link )
- i seminari di iniziazione del Fulmine e del Diamante, con l’accesso poi ad un gruppo di pratica sempre gratuito ed on line riservato agli iniziati.
Puoi scrivermi a
silvia@silviaravasio.it
oppure tramite facebook, youtube, instagram
A presto.