Omaggio agli avi

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Come tutti i giovedì sera alle 20.30 ho condotto una pratica meditativa gratuita tramite zoom.

Ho sentito naturale portare una pratica del Mantra Madre ( cui sono sono stata recentemente iniziata al ruolo di custode ) per omaggiare i nostri avi.

Siamo in un periodo dell’anno veramente particolare. Secondo le tradizioni celtiche a Shamain si apre un portale verso il mondo non visibile e anche nella tradizione cristiana l’uno e due novembre sono giorni importanti.

Infatti si celebrano prima i Santi e poi i Defunti e , dal punto di vista sciamanico oppure anche della psicologia immaginalista, si fanno in due giorni due grandi operazioni di “soul retrival” – caccia all’anima.

I santi sono infatti simboli di virtù e doti che vorremmo recuperare o potenziare lungo il nostro cammino spirituale. Mi sono ricordata al riguardo che nella pedagogia steineriana, con i bambini piccoli si leggono le agiografie ( le storie della vita dei santi ) anche per un anno intero. Probabilmente questa pratica vuole tenere vivo nei bambini, che ancora sono così vicini al mondo spirituale e poco avvezzi a quello materiale, il ricordo ed il desiderio di queste virtù, di modo che poi crescendo possano coltivarle e realizzarle nella dimensione della materia.

Il due di novembre poi si scende ancora di più nelle profondità di noi stessi, nell’underworld. Si gode infatti di un momento privilegiato per contattare ed omaggiare i nostri avi.

Chi sono veramente i nostri avi?

Gli avi sono le nostre memorie profonde.

Attraverso di loro ci sintonizziamo con emozioni ed idee che riguardano il nostro ikigai, la nostra missione, ciò per cui vale la pena vivere.

Nella visione sciamanica essi sono i mezzi del compimento del nostro destino: sono delle immagini generate dalla nostra anima, che è l’atto stesso dell’immaginare.

L’anima genera queste immagini e le usa come specchi in cui riflettersi e riflettere anche la sua missione, ossia il nostro destino.

La missione dell’anima ha sempre una dimensione transgenerazionale, che si riflette nella genia, nella stirpe, nella famiglia.

Gli effetti sono contenuti nelle cause. L’anima viene sempre prima e l’immagine del nostro destino precede tutte le altre.

Ecco quindi che i tuoi avi sono proprio i migliori possibili affinché ognuno di noi possa compiere la sua missione d’anima. Ecco quindi, che in una dimensione non lineare del tempo, non sono gli avi che influiscono sul tuo destino, ma sono le necessità della tua anima che disegnano i tuoi avi.

Nella visione sciamanica gli avi sono anche gli organi, ossia i luoghi dove incontriamo gli dei, le idee, gli spiriti, l’invisibile.

In una visione non materialistica, né oggettivistica gli organi sono modalità di incontro con le idee, che abitano il mondo celeste e con le emozioni, che abitano la dimensione ctonia, sotterranea.

Queste modalità di incontro si costruiscono nel corso di molte generazioni ed in questo senso, per gli sciamani, gli organi sono gli avi.

Ad esempio le paure che gli avi non hanno saputo affrontare e risolvere nel corso della loro vita, vengono trasmesse ai discendenti, unitamente al codice genetico che creerà i loro organi. Ecco perché affrontare una paura è rendere giustizia agli avi e proseguire nel nostro ikigai. Anziché scegliere la via dell’autoboicottaggio, compensiamo il nostro destino attraverso la nostra realizzazione ed il compimento della nostra missione, trasformando i nostri demoni in potenti alleati.

I tuoi avi pacificati rifletteranno quindi idee serene e visioni lungimiranti.

Ecco perché è importante mostrare la nostra reverenza ai nostri avi, ai nostri organi, alle immagini della nostra missione d’ anima.

La pratica del giovedì sera

Iera sera (giovedì) abbiamo svolto una pratica proprio sull’omaggio agli avi. Aver praticato, anziché semplicemente parlato dell’argomento è stato veramente importante.

La pratica, infatti, è quel mezzo che ti consente di bypassare le concettualizzazioni della mente razionale, per portare nuove prese di coscienza e consapevolezze direttamente alla coscienza vibratoria delle cellule, attraverso i mudra (gesti psichici), i mantra (suoni primordiali) e le suggestioni di chi guida la meditazione.

Il Mantra madre poi è stato definito come IL MEZZO, per raggiungere questi ottenimenti.

Attraverso la pratica ti ritrovi non ad aver assimilato dei concetti, ma a comprenderli con tutto il tuo essere, in ogni tua cellula, senza sforzo.

Ecco perché tutti i giovedì dedico un gruppo aperto a tutti per fare pratica, in modo assolutamente gratuito.

Sono convinta, perché lo sperimento ogni giorno sempre più, che la spiritualità oggi più che mai necessita di essere un empirismo radicale. Abbiamo bisogno di portare, in verità ritrovare, lo spirito lì dove è più profondo: cioè nella materia.

Ci siamo incarnati proprio per ritrovare la spiritualità nella materia, nel quotidiano, in ogni piccolissima e apparentemente banale azione che facciamo.

Personalmente sento molto forte questa missione e mi piace l’idea di condividerla con sempre più persone.

Perciò ti invito a provare a collegarti al nostro gruppo di pratica ogni giovedì sera dalle 20.30 alle 21.00 tramite zoom.

Per partecipare devi solo scrivermi a

silvia@silviaravasio.it

oppure tramite facebook, youtube, instagram

e ti manderò il link per connetterti. A presto.