Il test kinesiologico: una bussola per l’operatore
Quando dico che nel mio lavoro uso il test kinesiologico spesso sulla faccia dei miei clienti si dipinge un grosso punto interrogativo: non capiscono bene a cosa serva e quindi dubitano della sua efficacia.
Oggi vorrei spiegare bene i principi di base della kinesiologia applicata ed il motivo per cui il test è una vera e propria bussola per il naturopata che lo utilizza.
I principi di base
Infatti questo test permette di raccogliere informazioni sull’assistito in base a due principi.
Il principio di risonanza per cui se due sistemi vibrano ad una frequenza simile il trasferimento di energia tra di essi è facilitato. Il termine “risonanza” deriva dal latino “resonare”, ossia ripetere un suono o una vibrazione, appartiene alla fisica acustica e descrive un particolare fenomeno di diffusione delle onde sonore.
Se una sorgente sonora è investita da un’onda proveniente dall’ esterno e con frequenza diversa dalla sua, rimane indifferente come un corpo rigido; mentre se la frequenza è uguale o di poco diversa, inizia a oscillare fino a raggiungere un’ampiezza notevole, potenziando il suono iniziale.
La risonanza è, quindi, un trasferimento immateriale di energia e informazioni che avviene tra soggetti animati e non, aventi una frequenza di vibrazione simile. In biologia, per i sistemi viventi, si parla di “biorisonanza”.
Ogni essere umano emette una frequenza di vibrazione relativa al suo stato di benessere, che conserva inalterata con piccole fluttuazioni e lo stato di malessere corrisponde a uno squilibrio energetico, che emette frequenze anomale: l’individuo indebolito o sbilanciato ha una frequenza vibrazionale diversa e meno armoniosa.
Il secondo principio di base ci dice che il tessuto muscolare (in particolare il connettivo) memorizza tutte le esperienze vissute ( si parla di memoria del corpo). La memoria quindi non è solo nella psiche ed il vissuto emotivo influenza anche la postura e le tensioni del corpo fisico.
Il fondatore
Il padre della kinesiologia è il chiropratico George Goodheart, che dopo essersi accorto che tramite il test muscolare poteva valutare l’efficacia dei suoi trattamenti, fondò questa disciplina che significa “studio dei movimenti del corpo“. Egli effettuò verifiche su un notevole numero di suoi pazienti e giunse alla conclusione che i muscoli, oltre a ricoprire il loro ben noto ruolo nella postura statica e dinamica, mantengono anche una funzione, sino ad allora sconosciuta, di ‘indicatori’ per una gamma virtualmente infinita di possibili squilibri in atto nella persona.
La kinesiologia unisce medicina orientale ed occidentale
La Kinesiologia riunisce la correlazione cinese tra malattia e tensioni o lassità muscolari, i canali di energia dei meridiani e l’attivazione/inibizione dei fusi neuromuscolari della fisiologia occidentale. Il test muscolare è, secondo questa disciplina, il linguaggio per interagire con il corpo, l’importante, come dice Goodheart, è porre la domanda giusta nel modo giusto.
Come naturopata utilizzo in studio la kinesiologia applicata, che testa il tono muscolare e ne valuta le risposte in base alle sostanze e alle informazioni con cui viene a contatto, così come alle emozioni e alle vibrazioni che sono memorizzate nei suoi tessuti. Infatti il vissuto psichico viene collegato al sistema muscolare attraverso il sistema nervoso centrale ed il meccanismo dell’arco riflesso.
La Kinesiologia applicata si sintonizza con i circuiti di energia elettrica del corpo e si propone di ripristinarli se interrotti o mal funzionanti.
Per cosa serve il test kinesiologico?
Durante il test si saggia la tensione di un muscolo per verificare cosa lo faccia cedere e cosa no e perciò si possono determinare le necessità di una persona in quel momento, come se si scattasse una fotografia istantanea.
E’ importante capire che questa disciplina non vuole sostituirsi alle altre più “riconosciute” modalità diagnostiche, ma cerca soltanto di vedere laddove tali indagini non riescono ad arrivare. Inoltre permette di individuare in maniera sicura e precisa la tecnica terapeutica più adatta alla loro risoluzione in funzione delle esigenze specifiche che la persona in quel momento presenta.
Riassumendo il test di kinesiologico è utile per
- raccogliere informazioni sullo stato attuale di salute dell’assistito
- sintonizzarsi con il sistema di comunicazione del corpo e portagli nuove informazioni per il riequilibrio ed il corretto flusso energetico
- valutare la presenza di cicatrici, tatuaggi o piercing che disturbano il sistema e trovare il giusto mix di rimedi per riequilibrarli
- valutare la presenza di eventuali alimenti disturbanti in quel periodo, che sovraccaricano o danno problemi di digestione
- valutare l’efficacia dei rimedi o trattamenti previsti nel piano benessere
- valutare la presenza di eventuali geopatie
- valutare lo stato di salute degli organi e la presenza di disbiosi intestinale
Come si esegue il test kinesiologico?
L’operatore saggia il tono di un muscolo, che può essere il deltoide o qualsiasi altro muscolo comodo per sentire con chiarezza il punto di bloccaggio quando viene applicata una forza.
Siccome il test kinesiologico potrebbe anche durare una quindicina di minuti (dipende da quanti elementi disturbanti si trovano nella persona in quel momento), io pratico un metodo che utilizza i muscoli dell’avambraccio sistemati in una posizione comoda per l’assistito, che in tal modo non si stancherà.
Semplicemente faccio una leggera pressione con la mia mano sul muscolo della persona e saggio la tensione o la debolezza, mentre l’assistito muove l’altra mano toccando fiale filtro o fiale test che immettono nel sistema dell’individuo nuove informazioni di volta in volta.
Se il muscolo è tonico il sistema non è disturbato, se invece cede si è trovato un elemento che in quel momento danneggia la persona.
Con questa metodologia sono solita anche testare quali rimedi floreali (io uso principalmente i fiori di Bach) siano più adatti per la persona.
Perché il test è una bussola per l’operatore?
Avere la possibilità di effettuare il test è quindi una vera e propria bussola per l’operatore, sia per capire quali siano le maggiori cause di squilibrio dell’assistito, sia per verificare che i rimedi scelti siano proprio i più adatti per quella persona, in quello specifico momento della sua vita.
Inoltre, nonostante ogni operatore si ponga a servizio delle persone cercando di essere il più possibile “pulito” da emozioni, pensieri e giudizi, potrebbe sempre capitare di fare una errata valutazione: il test kinesiologico permette di bypassare questa possibilità e ricontrollare ogni rimedio prescelto, perché contatta direttamente il sistema dell’assistito e ottiene risposte dirette.
Certamente è necessario che chi testa abbia sviluppato al meglio la sua sensibilità e la capacità di “ascolto”, per cogliere univocamente le risposte muscolari della persona.
L’argomento ti ha incuriosito? Conosci già la il test kinesiologico e le sue applicazioni e magari ne hai già fatti? Puoi lasciare un commento qui sotto