una storia per Pasqua
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Siamo ancora in pieno nel clima della rinascita che ci porta la Pasqua e vorrei proporti una storia che tradizionalmente viene raccontata ai bambini delle scuole steineriane ( ma che non è solo per i piccoli)
Se vuoi ascoltare il video Youtube dove la racconto clicca qui sotto.
Ti riporto il testo integrale del racconto, ripreso dal sito della Scuola Garagnani e più sotto alcune considerazioni sulle immagini che ci porta il racconto:
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Il leprotto di Pasqua
C’erano una volta un papà leprotto ed una mamma leprotto, che avevano sette leprottini e non sapevano quale sarebbe diventato il vero leprotto di Pasqua.
Allora mamma leprotto prese un cestino con sette uova e papà leprotto chiamò i leprottini. Poi disse al più grande: “Prendi un uovo dal cestino e portalo nel giardino della casa, dove ci sono molti bambini.” Il leprotto più grande prese l’uovo d’oro, corse nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco, corse per il prato e giunse al giardino della casa. Qui voleva saltare oltre il cancello, ma fece un balzo così grande e con tanta forza che l’uovo cadde e si ruppe.
Questo non era il vero leprotto di Pasqua.
Ora toccava al secondo. Egli prese l’uovo d’argento, corse via nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco, corse per il prato; allora la gazza gridò “Dallo a me l’uovo, dallo a me l’uovo, ti regalerò una moneta d’argento!” E prima che il leprotto se ne accorgesse la gazza aveva già portato l’uovo d’argento nel suo nido.
Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua.
Ora toccava al terzo. Questi prese l’uovo di cioccolato. Corse nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco e incontrò uno scoiattolo che scendeva, saltellando, da un alto abete. Lo scoiattolo spalancò gli occhi e chiese: “Ma è buono l’uovo?”
“Non lo so,” rispose il leprotto, “lo voglio portare ai bambini.”
“Lasciami assaggiare un po’!”
Lo scoiattolo cominciò a leccare e poiché gli piaceva tanto, non finiva mai e leccò e mangiucchiò pure il leprotto, fino a che dell’uovo non rimase più nulla; quando il terzo leprotto tornò a casa, mamma leprotto lo tirò per la barba ancora piena di cioccolato e disse: “Neanche tu sei il vero leprotto di Pasqua.”
Ora toccava al quarto.
Il leprottino prese l’uovo chiazzato. Con quest’uovo corse nel bosco e arrivò al ruscello. Saltò sul ramo d’albero posto di traverso, ma nel mezzo di fermò. Guardò giù e si vide nel ruscello come in uno specchio. E mentre così si guardava, l’uovo cadde nell’acqua con gran fragore.
Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua.
Ora toccava al quinto. Il quinto prese l’uovo giallo. Corse nel bosco e, ancor prima di giungere al ruscello, incontrò la volpe, che disse: “Su, viene con me nella mia tana a mostrare ai miei piccoli questo bell’uovo!”
I piccoli volpacchiotti si misero a giocare con l’uovo, finché questo urtò contro un sasso e si ruppe.
Il leprotto corse svelto svelto a casa, con le orecchie basse.
Neanche lui era il vero leprotto di Pasqua.
Ora toccava al sesto. Il sesto leprotto prese l’uovo rosso. Con l’uovo rosso corse nel bosco. Incontrò per via un altro leprotto. Appoggiò il suo uovo sul sentiero e presero ad azzuffarsi.
Si diedero grandi zampate, e alla fine l’altro se la diede a gambe.
Ma quando il leprottino cercò il suo uovo, era già bell’e calpestato, ridotto in mille pezzi.
Neanche lui era il vero leprotto di Pasqua.
Ora toccava al settimo. Il leprotto più giovane ed anche il più piccolo. Egli prese l’uovo blu. Con l’uovo blu corse nel bosco.
Per via, incontrò un altro leprotto, ma lo lasciò passare e continuò la sua corsa. Venne la volpe. Il nostro leprotto fece un paio di salti in qua e in là e continuò a correre, finché giunse al ruscello.
Con lievi salti lo attraversò, passando sul tronco dell’albero.
Venne lo scoiattolo, ma egli continuò a correre e giunse al prato.
Quando la gazza strillò, egli disse soltanto: “Non mi posso fermare, non mi posso fermare!”
Finalmente giunse al giardino della casa. Il cancello era chiuso. Allora fece un salto, né troppo grande né troppo piccolo, e depose l’uovo nel nido che i bambini avevano preparato.
Questo era il vero leprotto di Pasqua!
Una storia per bambini o per adulti?
Al di là della dolcezza che ci lascia questo racconto.
Come sempre accade, le storie “di potere”, che attingono a dei nuclei simbolici e significati universali, parlano ai bambini, tanto quanto agli adulti. E sicuramente si rivolgono in maniera specifica al bambino interiore che è sempre vivo dentro ciascuno di noi, nonostante l’età anagrafica.
La lepre, soprattutto quella di montagna, è un animale che cambia completamente la sua pelliccia, anche nel colore nel passaggio alla primavera.
Mentre l’uovo è uno dei più evidenti simboli di nuova nascita, di potenzialità e nuovo inizio
Non interpretiamo
Ora non voglio rovinare la “magia” del racconto lanciandomi in analisi sulla possibile simbologia delle uova e degli ostacoli incontrati (che sicuramente detta la struttura del racconto), ma vorrei trarre solo qualche spunto per le tue riflessioni successive…
La missione della Tua vita è da scoprire
Questo è dato addirittura scontato nel racconto: solo uno dei 7 leprotti sarà quello di Pasqua, ma nessuno, nemmeno i genitori, sanno chi mai sarà.
Quindi la Missione di Vita è unica ed irripetibile e l’unico modo per conoscerla è… fare esperienze, mettersi alla prova, scendere nell’azione
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“Fare” per conoscere noi stessi e la nostra strada
Anche nella nostra vita funziona così, finchè non ci mettiamo alla prova in svariate situazioni non potremo mai sapere davvero chi siamo e quale è la nostra Missione.
Non c’è mai possibilità di sbagliare
Nella storia non c’è accenno ad errore, dispiacere, biasimo per l’operato dei leprotti che non sono quelli di Pasqua.
Non c’è quindi alcun giudizio.
Non esiste la possibilità di sbagliare, ma solo quella di entrare a contatto con il fine del nostro fare nel mondo.
Sono convinta che solo facendo possiamo arrivare ad avere una conoscenza profonda della nostra essenza.
Ed infatti si suol dire che il cammino spirituale è estremamente empirico.
La mera conoscenza, disgiunta dall’esperienza non è sufficiente
Qualsiasi cosa ci sentiamo chiamati a fare, non è certo per il risultato in sè, ma per darci la possibilità di sperimentarci sul campo ed entrare sempre più in connessione con la nostra natura
E lo dico soprattutto per tutte le esperienze che la razionalità classifica come spiacevoli …
… non credo certo che i leprotti che hanno rotto l’uovo siano stati felici di ciò, ma nella storia (ops, nella vita) tutti questi apparenti fallimenti sono serviti per permettere al 7° leprotto di fare il suo percorso netto e scoprirsi come il vero leprotto di Pasqua.
i 7 leprotti sono tutti dentro di noi
Abbiamo tutti tante difficoltà e blocchi nella vita, ma continuiamo a provare ed alla fine, quando siamo veramente noi stessi, quando stiamo perseguendo la nostra missione di vita, non solo riusciamo a superare i blocchi con fluidità, ma possiamo portare l’uovo, i nostri talenti finalmente scoperti e valorizzati.
La Tua Missione è sempre per l’Evoluzione dell’Universo intero
Il leprotto di Pasqua conosce la sua missione Realizzandola e spontaneamente la dona ai bambini..
E qui la storia finisce..
… ed inizia una Vita nuova.
Una vita in cui scegli di mettere a frutto i tuoi talenti unici ed irripetibili con naturalezza e fluidità (quella che si può chiamare esperienza ottimale dello stato di flusso) e di donarli al Mondo.
Una missione quindi non per la Tua Evoluzione come individuo distinto e separato, ma come parte dell’Universo che coopera per una finalità corale.
Lo spiega benissimo Pablo Picasso:
“ Il senso della vita è trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo.”
I miei auguri
Ti auguro di attraversare il passaggio pasquale e rinascere ad una nuova vita:
La vita in cui hai chiara la tua Missione e scegli, consapevolmente, di portarla e Realizzarla nel mondo, a beneficio di tutti gli esseri
Un grande abbraccio,
Silvia
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